C'era la selezione, c'era una squadra senza stadio che si dava appuntamento alla spiaggia del club più in e c'era un mercato in fermento, che dava poche speranze e toglieva quelli che dovevano essere i fenomeni veri.
MA le favole nascono così, senza sapere il perchè l'uva è buona e la volpe si arrende o una principessa si sveglia semplicemente grazie a un bacio: nascono nel segno di qualcosa che non si spiega, che non si vuole spiegare, che rimane per sempre e che insegna qualcosa a ognuno di noi. La storia è appena iniziata, l'alba è vicina e chissà quanto durerà questo giorno fatto di fatica e di sere passate a correre sull'erba di pixel, con gente che si conosce grazie un dribbling secco e a procaci urli silenziosi scritti in maiuscolo.
E' la storia che comincia una notte di fine estate contro la Vstex, e oggi raggiunge l'apice contro il Billionaire, con una prestazione che porta il volto e il nome dei soliti noti, Gianluigi il metronomo, Adelchi la fantasia, Redmoon il bomber che non ti aspetti, Dalpo la garanzia, e ancora, la tapparella Santino e l'infisso Giulians, il miracoloso Figo, i muri Rocco e Nunez, lo splendido mago Mandrake, e via via tutti gli altri che si sono alternati per fare ciò che ci viene meglio: primeggiare, in tutti i campi, senza alcun rimedio ne ostacolo che ci possa fermare. Oggi godiamoci la vittoria, come una colazione fatta al bar dopo una notte di lavoro. Ci aspetta il giorno, quello vero, quello marchiato dall'ufficialità, che ci dirà se siamo la favola che diciamo di essere. E allora faremo come tutte le volte che il ds BILO o il mister Lindros chiamano a raccolta il gruppo, prenderemo la rincorsa e ricominceremo a rincorrere la favola, il nostro sogno di vittoria. Un sogno che oggi non può che chiamarsi ITLAND.
Franzk Karas
martedì 9 ottobre 2007
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